Arezzo – Michela Marzano presenta il libro “L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore”
Il prossimo 25 Gennaio 2014 Il giardino delle idee presenterà la scrittrice Michela Marzano con “L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore”. L’evento si svolgerà presso il Teatro Vasariano, all’interno delle Logge Vasari, Piazza Grande, ingresso da piazza del Praticino n. 6.
“Ognuno di noi si porta dentro un segreto e passa la vita a girarci intorno. Talvolta se ne parla, Talvolta lo si sfoggia. Talvolta lo si nega. Eppure è sempre quel segreto che spiega tutto quel che si vive. L’amore, in fondo, è quel segreto che ci portiamo dentro”.
Camille Claudel dice “C’è sempre qualcosa di assente che ci perseguita”, questo il marchio della condizione umana. Cos’è l’amore? Quando comincia? Finisce nel momento in cui è cominciato? Queste le domande a cui cerca di rispondere Michela Marzano nel suo libro. L’idea di un libro sull’amore è nata durante la stesura di “Volevo essere una farfalla”, un libro autobiografico che racconta l’esperienza dell’autrice con la malattia. Cosa dire di un tema così dibattuto? Scavando sulla propria esistenza Michela Marzano ha cercato di disegnare la grammatica elementare dell’amore. Ognuno di noi cerca colui o colei che gli consenta di riempire quel vuoto che si porta dentro. Nessuno di noi è tutto e nessun da tutto, si cresce con l’idea che qualcuno possa colmare una mancanza, riparare a quelle assenze che non funzionano. L’dea del Principe azzurro o della Principessa rosa emerge con la necessità di riparare a quel qualcosa che non ha funzionato, a quella parola che manca per, a quel dolore che ci si porta dentro. Tutti noi abbiamo un percorso interrotto, una parola mancante, e la nostra idea dell’amore è trovare colui,o colei, che sia capace di amarci, non come i nostri genitori, e che sappia mettere in piedi i cocci rotti. Ma l’amore ci può danneggiare solo se si è già a pezzi e quella del principe azzurro o della principessa rosa è una trappola. Non è quando si cerca un amore compensatorio che si trova l’amore ma quando si riesce da soli ad attraversare quel vuoto che si trova in ognuno di noi. Non l’ideale ma il reale ci serve.
Michela Marzano, classe 1970, filosofa, ordinaria di filosofia morale in una Università parigina, una delle poche donne che scrivono in prima pagina su “Repubblica”, all’apice della carriera scrive “Volevo essere una farfalla”, la storia spudorata della sua malattia, l’anoressia. Figlia di un docente universitario trascorre la sua vita cercando di dimostrare alla sua famiglia di essere “brava” e lo è davvero ma non è felice. L’anoressia non è nulla di cui ci si debba vergognare, è una sofferenza profonda, la necessità di corrispondere in tutto alle aspettative degli altri. Si ammala durante la frequentazione dell’Università, perdere peso, il senso di colpa mentre si mangia.. si deve, si deve, si deve ed ad un certo punto si perde la speranza. L’Idea che volere è potere, mi condizionava e mi spingeva a fare di tutto per essere la prima. Il giorno della laurea pesava 35 kg, dottore in filosofia, ma fu costretta a tagliarsi i capelli perché li aveva persi quasi tutti, ed, inoltre, aveva perso anche il senso della vita, un corpo magro è la dimostrazione che c’è una sofferenza, un modo di manifestare la sofferenza attraverso il corpo. La malattia è il non riuscire a pensare che la vita sia bella, il sintomo è il controllo, se non difende il controllo si rischia di precipitare, si apre il vuoto.
La necessità di questo libro “L’amore è tutto: E’ tutto ciò che so dell’amore” nasce alla fine della stesura di “Volevo essere una farfalla”, dove accenna ad un tentativo di suicidio avvenuto per amore, e al ricovero presso una clinica psichiatrica dopo aver perso proprio l’amore. ”Tanto appena esco lo rifaccio” disse ai medici della clinica dove ha incontrato tante sofferenze, dove non si deve ridere, non si deve piangere, e dove ha conosciuto la realtà dell’ elettroshock. Ha cominciato a guarire quando è uscita, ha finito la laurea sul dottorato ed è emigrata in Francia dove aveva vinto un concorso di docente in una prestigiosa Università di Parigi ma non aveva niente, era infelice. Aveva anche un marito che si è persa per strada, dice lei, eppure non aveva la gioia. Ha cominciato la psicanalisi, in francese. “Ora la sofferenza non si è evaporata ma sto male come chiunque altro, c’è il grigio nella vita, quello che ho imparato è capire gli attimi di gioia. Quando si parla di guarigione in realtà è uno spostamento progressivo, qualcosa che ti porta a riconoscere quello che sei, ad accettare il fatto che sei fragile ed a fare della fragilità un punto di forza perché mi permette di sentire quello che altri non sentono“.
Bed and Breakfast Arezzo Francesco Redi