Arezzo – Alberto Angela “Viaggio nella Cappella Sistina” – 1 Marzo 2014

ll prossimo 1 Marzo 2014, Alberto Angela presenterà eccezionalmente alle ore 21,00 (anziché alle 17,00 per fare posto anche ad un altro evento) ad Arezzo, ospite de “Il giardino delle idee”, il suo libro “Viaggio nella Cappella Sistina”. Con il linguaggio semplice e divulgativo che lo ha fatto apprezzare dal pubblico televisivo, Alberto Angela racconterà la realizzazione di  uno dei più importanti tesori artistici del mondo, la massima espressione della pittura del Rinascimento. L’incontro con l’autore avverrà presso il teatro Vasariano di Piazza Grande, ingresso Piazza del Praticino nr. 6.

Un viaggio straordinario all’interno di un edificio esternamente molto anonimo, definito “un granaio” da Michelangelo, prima di affrescarlo, la Cappella Sistina. Eppure ogni volta che c’è l’elezione di un Papa sul comignolo di quell’edificio sono puntati tutti gli occhi del mondo, per vedere il colore della sua fumata. La Cappella Sistina è stata realizzata cinquecento anni fa ed ogni giorno, viene visitata da ventimila persone.  Architettonicamente l’edificio non aveva nulla di rilevante si trattava di un rettangolo di 40 mt. di lunghezza 13 mt. di larghezza e 21 di altezza, come un palazzo di sette piani. In basso c’erano già affreschi di Botticelli e Perugino che illustravano episodi del vecchio testamento. Era come una Bibbia illustrata. Secondo le biografie dell’epoca era Michelangelo che non voleva accettare l’incarico di affrescare il soffitto della Cappella perché lui era uno scultore ed affrescare soffitti rappresentava un’impresa difficile per chiunque. In realtà, però, Michelangelo fece di tutto per ottenere quella committenza prestigiosa perché avrebbe aumentato le sue quotazioni. E così nonostante le perplessità di Donato Bramante, l’architetto consigliere del Papa Giulio II, con Michelangelo la volta piena di stelle delle Cappella Sistina  si riempì di figure magnifiche. Sono trecento le figure che popolano la volta della Cappella Sistina, Michelangelo le ha disposte in uno schema articolato, dividendo la superficie in un insieme di riquadri e creando così una finta architettura. Personaggi celeberrimi e tanti personaggi minori di cui non si parla mai. Nella fascia centrale sono rappresentate nove scene tratte dalla Genesi, le prime tre raccontano la creazione della luce, del cielo e della terra, seguono la creazione di Adamo ed Eva e la loro cacciata dal Paradiso Terrestre. Adamo ed Eva vengono rappresentati giovani al momento della creazione ed invecchiati dopo il peccato originale. Infine tre momenti della vita di Noè. Costeggiano queste scene coloro che hanno annunciato la venuta di Cristo, cioè i veggenti ed i Profeti ma anche le sibille pagane, tra queste la sibilla cumana che secondo la tradizione avrebbe predetto l’avvento di un bambino. Sopra le finestre le cunette, le vele  ed agli angoli quattro pennacchi. In tutti sono dipinti i personaggi biblici considerati gli antenati di Cristo. In tutto trecento figure che balzano agli occhi e sembrano scolpite più che dipinte.

Per portare a termine quest’opera gigantesca Michelangelo impiegò quattro anni. Quattro anni che Michelangelo passò in un ponteggio da lui stesso progettato, in posizione scomodissima. Michelangelo ha disegnato uno schizzo di se stesso sopra il ponteggio. A fianco dello schizzo dei versi che, tradotti, recitano così: – Sono teso come un arco, mi è già venuto il gozzo, il ventre melo sento in gola, i lombi mi sono entrati nella pancia e non vedo dove metto i piedi ed il pennello mi gocciola sul viso. Michelangelo fece quasi tutto da solo. All’inizio si fece aiutare da dei tecnici che aveva fatto venire appositamente da Firenze, lui era uno scultore ed aveva bisogno di qualcuno che gli insegnasse la tecnica dell’affresco,  ma il suo caratteraccio non gli consentì una collaborazione durevole. L’affresco, infatti, è una tecnica pittorica che ha origini molto antiche, ed era utilizzata anche dagli antichi romani. Ci sono tante maniere per dipingere muri ma si può parlare di affresco solo se vengono rispettati particolari requisiti. La pittura deve essere realizzata su una base di calce spenta ancora umida, di qui la dicitura affresco. I colori impiegati non devono contenere materiali leganti ma solo colori. Ci sono due strati d’intonaco, prima l’arriccio dove si fa il disegno preparatorio, la sinopia, la fase progettuale della fase pittorica che la committenza poteva anche voler modificare. Sopra si applica l’intonachino. Per dipingere ad affresco la pittura deve essere terminata in un sol giorno.

Da “Ulisse il piacere per la scoperta” di Alberto Angela.

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